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Pane svedese allo zafferano con lievito madre e una bella storia


Adoro le storie che parlano di coraggio, di voglia di fare, di belle persone.
Quella dei ragazzi di Vallescuria è una di queste e ringrazio la Stefania-Araba Felice per avermeli fatti conoscere.
"Braccia restituite all'agricoltura" è il loro Pay Off e niente riesce ad raddrizzare meglio le antenne di una segretaria in crisi d'identità come me.
Quante volte ho pensato "basta, mollo tutto e vado a coltivare la terra!", mai trovato il coraggio di farlo veramente, però, almeno per ora.
Per questo mi ha colpito moltissimo leggere di questi ragazzi che invece il coraggio l'hanno trovato eccome, ed unendolo ad una dose massiccia di passione hanno iniziato a coltivare in Brianza una spezia preziosa che amo moltissimo: lo zafferano.
Risultati immagini per vallescuria
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Credits: Vallescuria
Foto di gruppo al campo in Vallescuria.
Foto di gruppo - Credits: Vallescuria
Questi intraprendenti ragazzi hanno pensato bene di organizzare un contest per farsi conoscere ed io sono contentissima di condividere con voi questa iniziativa e la mia ricetta.
Invito tutti coloro che volessero partecipare a pubblicare una ricetta che abbia lo zafferano fra gli ingredienti entro il 15 dicembre. Lo zafferano è molto versatile, non sarà difficile trovare una bella ricetta!
Io appena ho visto questo pane me ne sono innamorata, l'ho fatto diverse volte e viene sempre perfetto.
Il pane svedese assomiglia ad un pan brioche: né dolce, né salato, perfetto a colazione e nei momenti di crisi da carboidrato (a me succede spessissimo). 
In più, il sapore ed il profumo dello zafferano spiccano in maniera perfetta in questo impasto soffice e profumato.
Per una ricetta speciale ho usato un lievito altrettanto speciale: la pasta madre che mi ha regalato la mia amica Antonietta, un dono prezioso dell'ultimo raduno MTChallenge.
Se non avete la pasta madre usate la dose indicata di lievito fresco.

Pane svedese allo zafferano
da: Pane - Luxury Books Ed.

Ingredienti
1/2 cucchiaino di stimmi di zafferano
2 cucchiai di acqua bollente
220 ml di latte tiepido
150 g di lievito madre rinfrescato (o 15 g di lievito fresco)
1 uovo medio
500 g di farina per pane (tipo 0 proteine al 13% o manitoba)
1 cucchiaino di sale fino
60 g di zucchero semolato
100 g di burro 
1 uovo sbattuto, per dorare la superficie

Sbriciolate lo zafferano in una ciotolina e aggiungete l'acqua bollente. Coprite e lasciate in infusione mezza giornata.
In una ciotola versate il latte tiepido e sciogliete il lievito.
Aggiungere l'uovo e amalgamate il tutto delicatamente.
In un'ampia ciotola o direttamente nella planetaria mescolate la farina col sale e lo zucchero e versate nel centro il composto di latte, uovo e lievito poi l'acqua con lo zafferano e il burro fuso.
Cominciate ad impastare fino a completa incordatura (l'impasto deve risultare liscio ed elastico) per almeno 10 minuti.
Se lavorate a mano iniziate ad impastare nella ciotola e poi proseguite trasferendo l'impasto su un piano di lavoro leggermente infarinato.

Una volta pronto, mettete l'impasto in una ciotola capiente leggermente unta e copritelo con pellicola.
Fate lievitare fino al raddoppio. (6 ore circa col lievito madre, 2 ore circa col lievito fresco).

Trasferite nuovamente l'impasto sul piano di lavoro e sgonfiatelo delicatamente.
Dividetelo in 6 parti uguali, stendete ogni pezzo in un rettangolo come in foto (circa 10x20 cm)
 arrotolatelo stringendo bene partendo dall'estremità in alto e venendo verso di voi
 dividete in due il rotolo ottenuto
 ponete ogni mezzo rotolo verticale e in fila a due a due in uno stampo da plumcake foderato con carta forno
 lasciate lievitare coperto ancora per 3 ore se avete usato il lievito madre, 1 ora se avete usato il lievito fresco.
Pre-riscaldate il forno a 190-200°C statico, spennellate la superficie con l'uovo sbattuto e infornate per circa 20-25 minuti, fino a che il pane sia ben dorato.
Sfornatelo e fate raffreddare su una gratella.
La cucina verrà invasa di un meraviglioso profumo di zafferano e brioche, per cui vogliatevi bene: affettatelo e spalmatelo con una confettura oppure gustatelo da solo quando è ancora tiepido, per una botta di libidine gastronomica :-))

Croissants al limoncello, mandorle e vaniglia


Un "back to school" di tutto rispetto quest'anno! La vincitrice della sfida n. 49 sull'hamburger, la Luisa Jane Rusconi del blog Rise of the Sourdough Preacher ha proposto una magnifica sfida, quella del croissant sfogliato, ricetta perfetta per festeggiare degnamente il Giubileo MTC. Sì, questa è la sfida n. 50 e  per un anno intero saremo in un tourbillon di festeggiamenti incredibili, fra i quali ci sarà il primo, attesissimo raduno MTC presso il podere di Gianni Senaldi a Sinalunga.
Cornetti sofgliati, dicevo.
Quelli della colazione tipica italiana, quelli del "cappuccio e cornetto". Difficili da fare perchè per un'ottima riuscita bisogna azzeccare la tecnica della sfogliatura, seguendo tutta una serie di accorgimenti che, come anche spiegato egregiamente da Lou nel suo post, vado qui ad elencare:

Farina: deve essere una farina equilibrata, circa 300/330 W di forza, adatta alle lunghe lievitazioni e che si possa stendere a sufficienza, che incorpori il grasso (in questo caso il burro) senza assorbirlo al suo interno ma trattenendolo fra i diversi strati. 
Quindi grande attenzione al tipo di farina: una farina troppo tenace potrebbe risultare troppo elastica e poco estensibile, mentre una farina troppo debole non riuscirebbe a formare il glutine necessario e quindi si strapperebbe.  
- Burro: consigliabile l'uso del burro tedesco, (tipo il bavarese)  per la sua plasticità che migliora e facilita la fase di sfogliatura e per la sua ridotta presenza di acqua rispetto al burro italiano.
- Pazienza: è necessaria, assolutamente. Occorre infatti rispettare i tempi di riposo indicati sia dell'impasto iniziale, che così sarà più facile da stendere, sia i tempi di riposo fra un giro di pieghe e l'altro che serviranno per stabilizzare il burro e rilassare ancora il glutine, facilitando i giri successivi. L'ulteriore riposo prima della cottura consentirà di attivare meglio il glutine e nel contempo di rilassarlo per permettere un miglior rigonfiamento del croissant.  
- Manualità: ce ne vuole, eccome! Senza mettersi troppe ansie, vi posso dire che si acquisisce con qualche prova preventiva. Guardare i video che propone Lou è stato illuminante, il resto lo fa la pratica. Ho imparato che all'inizio è importante non stendere troppo velocemente l'impasto sia per evitare che il burro fuoriesca sia per evitare di strappare l'impasto: quindi meglio nei primi passaggi o dare qualche colpo col mattarello per appiattire in modo graduale, e solo successivamente, quando lo spessore sarà diminuito e il burro avrà iniziato ad aderire alla pasta, si comincia a far scorrere il mattarello.
 - Temperatura: IMPORTANTISSIMA. Tutto deve essere fresco: l'impasto, il panetto di burro, la superficie di lavoro. Per quest'ultima quindi meglio il marmo, l'acciaio o al limite, come me, un laminato di plastica rinfrescato con ghiaccioli :-)) Io ho messo in frigo anche il mattarello di plastica, per dire.. L'ambiente di lavoro ideale è sui 22-24° C.
- Laminatura e pieghe: è la fase più importante, quella dove si decide tutto :-) L'impasto dev'essere steso in modo regolare sia nello spessore che nella forma, ogni piega dev'essere ben serrata senza strappi o buchi, pena la fuoriuscita dei gas che renderebbero la sfogliatura irregolare in cottura.
Far aderire bene l'impasto al burro nelle prime pieghe, e stendere con cura e precisione.
Le pieghe sono quelle che in cottura permetteranno l'aumento di volume del croissant. Il numero di strati dipente da quante pieghe si eseguono.
Io ho seguito il metodo di Lou, che prevede tre giri da tre pieghe.
- Cottura:  per i lievitati sfogliati è consigliabile una cottura non troppo alta: 190°/200°C con forno statico e 170°/180°C con forno ventilato - ovviamente ognuno di voi conosce il proprio forno e si regolerà di conseguenza.

Ecco, tutto qui :-))) 
E' un lavorone, a prima vista. Ma con un pò di voglia ed attenzione è più facile di quanto si pensi.
In più, verrà fuori una delle cose più buone che abbiate mai mangiato. 
Grazie Lou, per questa ricetta. E hai visto che è valso il detto che quello che fai di buono ti torna sempre tutto indietro? Nel tuo caso, con gli interessi!! :-)

Per il mio croissant ho voluto utilizzare tre ingredienti che adoro in pasticceria: il limone, la mandorla e la vaniglia. Li ho messi dentro, sopra, sotto e tutt'attorno :-))  cercando di equilibrarli per rendere  il croissant piacevolmente aromatizzato, senza però che un aroma prevalesse sull'altro.  Visto che il croissant da solo così già è impegnativo :-)) per la crema ho pensato ad una versione leggera, senza uova.
Et voilà, i miei: 
Croissants al limoncello, mandorle e vaniglia
per circa 12 croissants
Per l'impasto:
400 g di farina W 300-330 
200 ml latte
40 g burro ammorbidito a temperatura ambiente
30 g zucchero
4 g lievito di birra istantaneo
9 g sale
1 bicchierino di limoncello (per me quello fatto in casa)
la scorza grattugiata di mezzo limone bio
semini di 1 bacca di vaniglia Bourbon
200 g burro di ottima qualità per la sfogliatura

Per la crema:
250 ml di latte intero
250 ml di panna fresca
3-4 mandorle amare (grazie Flavia!)
la bacca di vaniglia svuotata
la scorza intera di un limone
30 g amido di mais
150 g zucchero
1 bicchierino di limoncello 

Per lo streusel
30 g farina di mandorle
30 g farina di riso
30 g zucchero semolato
30 g burro
1 cucchiaio estratto puro di vaniglia
un pizzico di sale

Per lo streusel:
In una ciotola unire tutti gli ingredienti secchi e mescolarli bene fra loro.
Unite il burro a pezzetti e fatelo assorbire bene lavorandolo con la punta delle dita.
Unite la vaniglia e mescolate ancora.
Tenetelo da parte al fresco fino al momento di usarlo.

Per la crema:
In una pentola scaldate la panna e il latte con la bacca di vaniglia, le mandorle amare e la scorza intera di un limone. Quando sarà ben caldo (50-60 °C) spegnete, coprite con un coperchio e lasciate in infusione per mezz'ora. Poi filtrate il tutto, eliminando la bacca, le mandorle e la scorza.
Rimettete il latte e la panna aromatizzati nella pentola e portate a bollore. Nel frattempo in una ciotola mescolate con una frusta lo zucchero, il limoncello e l'amido ed unitelo al latte quando questo comincierà a bollire formando dei rigonfiamenti sui bordi della pentola. Aspettate che riprenda il bollore poi mescolate energicamente con una frusta per uno-due minuti.
Trasferite subito la crema in una ciotola di vetro, copritela con pellicola a contatto e ponetela in frigo fino al momento di utilizzarla.

Per i croissants:
In una ciotola sciogliete lo zucchero ed il sale con il latte.
A parte setacciate la farina con il lievito di birra istantaneo, unite i semini di una bacca di vaniglia e lascorza grattugiate di mezzo limone.
Unite il burro a pezzetti, fatelo assorbire bene dalla farina lavorandolo brevemente con la punta delle dita poi unite gli ingredienti liquidi a quelli secchi, aggiungete il limoncello e impastate  fino ad ottenere un impasto grezzo.
Lavorate poco l'impasto per evitare di sviluppare eccessivamente il glutine, pena un'impasto difficile da stendere e che si strappa.
Formate un quadrato,  avvolgetelo in pellicola alimentare e ponetelo in frigo per circa 6 ore.

Poco prima di tirare fuori l’impasto preparate il panetto di burro mettendolo tra due fogli di carta da forno e battendolo con un mattarello: deve rimanere freddo ma lavorabile. Dategli la una forma rettangolare e riponetelo in frigo fino al momento di usarlo.

Stendete l’impasto a circa 6 mm di spessore facendo in modo che sia largo poco più del panetto di burro e alto due volte l’altezza dello stesso.
Mettete il burro su una metà e richiudetevi l’altro lembo sopra, sigillate i bordi aperti con le dita e battete la superficie con il mattarello con colpi decisi ma non troppo forti, ciò aiuterà il burro ad aderire all'impasto e lo stesso comincerà a stendersi con gradualità.
Stendere l'impasto come prima ed eseguite una piega a tre, come illustrato nell'infografica (grazie mitica Dani!)
Avvolgete l’impasto in pellicola alimentare e fate riposare in frigorifero circa mezz’ora.



Stendete il rettangolo, avendo cura che la piega sia alla vostra destra, tirandolo ad una lunghezza corrispondente a tre volte il lato corto e fate nuovamente una piega a tre. 
Avvolgete in pellicola alimentare e fate riposare in frigorifero circa mezz’ora. Ripetete la piega a tre e il riposo in frigo.
Fuori dal frigo dividete l’impasto in due e stendete le due porzioni ad una dimensione di circa 26 x 34 cm e uno spessore di circa 3-4 mm ciascuna. Il piano di lavoro deve essere infarinato a sufficienza, ma senza esagerare.
Sbattete l’impasto sul piano di lavoro due volte, per favorire sfogliatura, dopodiché tagliate dei triangoli dalla base di 11 cm circa con l'auto di un coltello lungo e ben affilato.
Fate riposare i triangoli per 20′ in frigo prima della formatura.


Fuori dal frigo stirate leggermente la punta dei triangoli, praticate una piccola incisione in mezzo alla loro base e arrotolate con delicatezza i lembi senza premere né stringere troppo l’impasto.
Se fate i croissant la sera per il mattino lasciateli lievitare sulla teglia per un’ora, coperti con pellicola alimentare, dopodiché metteteli in frigo per tutta la notte.
La mattina tirate i croissants fuori dal frigorifero almeno due ore prima della cottura, spennellateli con dell’uovo sbattuto e passato attraverso un colino a maglia fitta muovendo il pennello dal centro del croissant verso l’esterno per evitare che l’uovo faccia attaccare gli strati della sfoglia e copriteli con pellicola alimentare.


I croissant vanno lasciati lievitare a temperatura ambiente almeno due ore  e sono pronti quando tremano un po’ come un budino quando la teglia viene leggermente scossa.
Se volete cuocerli il giorno stesso disponete i croissants su una teglia da forno coperta con carta oleata, spennellateli l’uovo sbattuto, coprite con pellicola alimentare e lasciate lievitare a temperatura ambiente per circa 2-3 ore.
Prima di cuocere i croissant spennellateli nuovamente con l’uovo sbattuto e cospargeteli con lo streusel.
Preriscaldate il forno a 220° C per 5′, cuocete per circa 10′ dopodiché abbassate la temperatura a 200°C e cuocete ulteriori 10′ o finché ben dorati.
Fuori dal forno fate raffreddare su una gratella.

Mettete la crema in un sac à poche con bocchetta dentellata  e riempite i cornetti praticando un foro sotto.



Bon appétit!

Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge n. 50 dedicato al croissant sfogliato

 


Spiced Apple Muffins di Delia's Cake - per lo Starbooks REDONE!



Era da tempo che volevo partecipare nuovamente allo Starbooks Redone, che per chi ancora non lo conoscesse (..pazzi!!! :-)) è la possibilità per noi “gente normale” di rifare una ricetta tratta da uno dei libri passati in rassegna dal “fab-team”  dello Starbooks (Maria Pia Bruscia, Gaia Pedrolli, Stefania Orlando, Alessandra Gennaro, Alessandra -Ale Only Kitchen-, Patrizia Malomo e Daniela Ferri) .
Mi aveva colpito molto il libro della Delia Smith “Delia’sCakes”, un po’ perché adoro i dolci, un po’ perché è stato un successone e un pò perchè Delia Smith rappresenta la quintessenza della cucina British, quella con la "B" maiuscola di cui i muffins (i miei dolcetti preferiti) rappresentano una delle ricette più amate e popolari.

Ho scelto gli Spiced Apple Muffins perché mi incuriosiva effettuare un piccolo esperimento di comparazione fra la ricetta originale e la versione senza glutine, come proposta da Gaia del blog La Gaia Celiaca, fantastica cuoca ed esperta "sglutinatrice" di ricette.
Ormai tutti sanno che i muffins preparati con le farine tradizionali, non devono essere mescolati molto perchè l’ultima cosa che si ottenere è la formazione di una maglia glutinica troppo fitta, che inevitabilmente si creerebbe con una lavorazione eccessiva dell’impasto, e che produrrebbe dei muffins pesanti e gommosi perchè non permetterebbe ai gas sprigionati dal lievito e/o dal bicarbonato di espandere in cottura . Ecco il perché di una mescolata veloce (10-12 giri di cucchiaio) e stop.
Per la versione senza glutine ho pensato che non c’era ovviamente il pericolo di sviluppare glutine nella lavorazione, ma ugualmente mi sono attenuta alle regola di mescolare brevemente gli ingredienti, ho solo  aggiunto un cucchiaino scarso (circa 2 g ) di gomma di guar, una polvere prodotta dai semi della pianta omonima che ha un'alto potere addensante e gelificante e per questo viene usata spesso nelle preparazioni senza glutine (in combinazione o sostituzione con lo xantano), per ovviare alla totale mancanza di glutine delle farine e per ottenere degli impasti del tutto simili a quelli preparati con farine contenenti glutine. 

(In grassetto corsivo fra parentesi le mie indicazioni)


   SPICED APPLE MUFFINS
(Muffin speziati alle mele)
Da: Delia Smith – Delia’s Cakes – Hodder & Stoughton

Per 6 muffin grandi (*vedi nelle conclusioni)

150 g di farina



1 cucchiaino da dolci di lievito per dolci
1/4 di cucchiaino di sale (1,5 g) 
1 cucchiaino raso di cannella in polvere
1 cucchiaino raso di chiodi di garofano in polvere
1 uovo grande
40 g di dark brown soft sugar *
120 g di latte
50 g di burro, fuso e lasciato raffreddare
3 mele ** di media dimensione, a cui va tolto il torsolo:  due vanno grattugiate e una va tagliata a cubetti di 1,5 cm di lato

Per la finitura
1 cucchiaio di zucchero di canna Demerara (13 g)***
1/2 cucchiaino raso di cannella in polvere (2 g)


Nota di Delia: Con i muffins è sempre una buona idea avere tutti gli ingredienti pronti e pesati (e a temperatura ambiente, aggiungo io)

SPICED APPLE MUFFINS
(Muffin speziati alle mele)
VERSIONE SENZA GLUTINE


Per 6 muffin grandi

100 g farina di riso integrale superfine
35 g di fecola di patate
15 g di amido di tapioca

1 cucchiaino raso di gomma di guar (aggiunta mia)
1 cucchiaino da dolci di lievito per dolci (¶)
1/4 di cucchiaino di sale
1 cucchiaino raso di cannella in polvere
(¶)
1 cucchiaino raso di chiodi di garofano in polvere
(¶)
1 uovo grosso
40 g di dark brown soft sugar *
120 g di latte
50 g di burro, fuso e lasciato raffreddare
3 mele di media dimensione, a cui va tolto il torsolo: 2 vanno sbucciate e grattate e l'altrava lasciata con la buccia e tagliata a cubetti di 1,5 cm di lato

Per la finitura
1 cucchiaio di zucchero di canna Demerara***
1/2 cucchiaino di cannella in polvere (¶)

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.


Procedimento (uguale per entrambe le versioni):
Preriscaldare il forno a 200° C (modalità statica).
In una teglia da muffins inserire i pirottini di carta e spennellate il fondo con burro fuso.
Iniziate setacciando la farina, le spezie, il lievito e il sale in una ciotola, tenendo alto il setaccio in modo da arieggiare bene la farina.

Ora, in un'altra ciotola sbattere insieme l'uovo, lo zucchero, il latte, e il burro fuso.

Rimettere gli ingredienti secchi nel setaccio e setacciarli direttamente sulla ciotola contenente il mix con l'uovo (questa doppia setacciatura è essenziale perchè il composto non verrà poi mescolato molto).

Ciò che vi serve ora è prendere un cucchiaio grande di metallo e (con movimenti dal basso verso l'alto) incorporare velocemente gli ingredienti secchi in quelli liquidi (la parola chiave qui è: velocemente - cioè in circa 15 secondi) 
Ciò che NON dovete fare è sbattere o mescolare, solo incorporare e ignorare l'aspetto irregolare del composto perchè è esattamente quello che rende i muffin veramente leggeri.  (Vero: ma risulta molto più facile mescolare i liquidi dentro i secchi che viceversa, comunque ho seguito le indicazioni di Delia e non ci sono stati particolari difficoltà).  
Dopodiche, incorporate velocemente le mele grattugiate, sempre senza mescolare (con movimenti dal basso verso l'alto).
Dividere il composto nei pirottini, e mettere sopra ogni muffin qualche cubetto di mela, premendo leggermente. 
Infine, cospargete la superficie dei muffins con un mix di zucchero Demerara e cannella.

Cuocere nel livello centrale del forno per 25-30 minuti, fino a che saranno ben lievitati e di colore marrone dorato. 
Sfornare i muffins e trasferirli subito su una gratella per raffreddarli.
Conservarli in una scatola di latta o in un contenitore ermetico.

Note:
*: Il dark brown soft sugar citato nella ricetta originale sarebbe lo "zucchero melassato scuro", che non si trova facilmente qui da noi ma che è del tutto simile per colore, grado di umidità e sapore allo zucchero muscovado, per cui io ho usato quest'ultimo.
** Delia Smith ha dichiarato pubblicamente il suo amore sconfinato per le mele Bramley, che sono coltivate solo in Inghilterra, e le trovai anche in un'altra ricetta super-inglese la Perfect Apple Pie degli Hairy Bikers, vedete qui. Per questi muffins ho optato per delle più comuni Golden Delicious: dolci, croccanti e profumate e sempre ottime nelle ricette di dolci.
*** lo zucchero Demerara è quello zucchero di canna abbastanza chiaro con granelli leggermente più grossi del semolato, si trova facilmente nei supermercati.
**** per il mix senza glutine uso le proporzioni trovate sul libro di Annalise Roberts - Gluten-Free Baking Classics The Heirloom Collection :  per i dolci lei ha messo a punto un mix fatto di 2 parti di farina di riso integrale finissima, 2/3 di fecola di patate e 1/3 di amido di tapioca, molto simile a quello usato da Gaia. In più, aggiunge lo xantano (io non l'avevo e ho messo la gomma di guar).

Conclusioni:
- la ricetta è ben spiegata, i muffins sono buoni MA:
 - le quantità sono per 8 muffins medi (ho usato la teglia da muffins regolare, che si trova ovunque e penso sia standard) riempiendo ben oltre il limite, altrimenti anche 10 come diceva Gaia.
- a parer mio 2 mele grattugiate in 150 g di farina sono decisamente troppi, in entrambe le verisoni: l'impasto è troppo umido e pesante e il cucchiaino di lievito non basta a tener su tutto.

- in cottura si sono gonfiati meravigliosamente formando la cupoletta, sia nella versione tradizionale che quelli senza glutine ma ahimè, si sono abbassati altrettanto velocemente raffreddandosi, anche se avevo prolungato i tempi di cottura, l'impasto è rimasto troppo umido e pesante (sempre causa la quantità eccessiva di mele rapportata a quella della farina)
- a proposito di cottura, i 25 minuti sono insufficienti, soprattutto per la versione senza glutine. Aumentate minimo di 10 minuti, si scuriranno un pò i cubetti di mela in superficie ma almeno l'impasto sarà cotto.
- una nota positiva, anzi sublime, è l'uso dei chiodi di garofano in abbinamento alle mele. AVEVI RAGIONE, MAPI!!! Ricordo il tuo consiglio di aggiungere i chiodi di garofano ai dolci con le mele, ci stanno una meraviglia!!!
- concordo con Gaia, i muffins sono un'altra cosa, questi dolcetti hanno una consistenza del tutto diversa dai muffins ai quali assomigliano solo per la forma e i pirottini.

Interno versione tradizionale
Interno versione senza glutine

FOTO DI GRUPPO :-)

In conclusione, la ricetta è comunque
PROMOSSA per la versione tradizionale
ma RIMANDATA per la versione senza glutine 
(necessari ulteriori esperimenti)




Con questa ricetta partecipo allo Starbooks Redone di Aprile 2015:










Biscotti vegani - per the Recipetionist di Aprile!!!!!!


Questa partecipazione vuole essere un omaggio ad una ragazza che ammiro e stimo molto.
La Cristiana del blog Beufalamode.
Una tipa schietta e genuina, senza tanti peli sulla lingua,  con un'adorabile accento romano e un grande talento in cucina che son sicura la porterà lontano. Ah, è anche una bellissima ragazza :-) invidiamola pure :-)))
Questo mese è lei il Recipe tionist e, come da regolamento di questo bellissimo contest ideato da Flavia di Cuocicucidici, per partecipare occorre scegliere una ricetta e rifarla tal quale o apportare massimo un cambiamento.
Nonostante lei sia una carnivora convinta e romana fino al midollo :-)) la sua curiosità e la sua capacità di andare oltre l'hanno portata verso una bellissima esperienza con la cucina vegana. Il mio modo per dirle "brava" ma veramente dal profondo del cuore e con immensa stima è stato scegliere questi biscotti vegani apparsi sul suo blog nel 2012 (vedi che c'era un'anima "veg" già allora?) sia nella versione "basic" con burro d'arachidi  che nella versione golosa con cioccolato.
Quelli al burro mi si sono "spatasciati" in forno modello frittata... dove ho sbagliato?
attendo lumi... :-)
Quelli al cioccolato in compenso sono venuti una figataaaaaaaaaaaaaaaa!!! dieta, addio! :-D


160 g di zucchero di canna
150 g di burro d'arachidi
120 g di margarina
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
60 ml succo di mela
250 g di farina
1 cucchiaino di lievito
 1 cucchiaino di amido di mais

Inserire in planetaria con foglia lo zucchero di canna, il burro d'arachidi, la margherina, la vaniglia e il succo di mela. Aggiungere gli altri ingredienti. Mettere il composto in frigorifero per un'ora.
Formare delle palline, schiacciarle e disegnare delle righe con i rebbi della forchetta.
Cuocere  In forno per 6-8 minuti a 190 gradi, modalità statica.


480 g di farina 00 
75 g di cacao in polvere
100 g di cioccolato fondente
125 ml di latte di soia
160 ml olio di semi (io girasole)
120 g di gocce di cioccolato
2 cucchiaini estratto di vaniglia (io semini di una bacca)
75 g di zucchero
2 cucchiai amido di mais
1 cucchiaino di lievito
1 pizzico di sale

Mettere a bagnomaria il cioccolato fondente con 60ml di latte di soia. Una volta sciolto aggiungere gli altri 65ml di latte di soia, l'olio di semi, la vaniglia, lo zucchero e l'amido di mais.
Una volta amalgamato il tutto setacciate  la farina, il cacao in polvere, il lievito e uniteli al composto aggiungendo infine  un pizzico di sale e  le gocce di cioccolato.
Con due cucchiaini formare delle palline (la pasta risulterà un po' morbida), adagiare sulla carta forno.
Cuocere a 170 gradi per 15 minuti.

Con questa ricetta partecipo al Recipetionist di Aprile!
Le vostre ricette di Aprile

Canadian orange bread per l'Abbecedario Mondiale

 
 Primo post dell'anno per fare ammenda col gruppo dell'ABC Mondiale.
 La mia assenza di questi ultimi mesi è stato il naturale risultato di un periodo che ha visto accavallarsi impegni su impegni, una scadenza dietro l'altra, le lancette dell'orologio che sembrava avessero messo il turbo..
Ma la grande carovana dell'Abbecedario Mondiale è approdata in Canada, a Edmonton, stato dell'Alberta e non volevo proprio mancare questa tappa ospitata da Elena di Zibaldone Culinario.
 


Più che una ricetta, una storia da raccontare, dove i protagonisti sono nativi proprio di Edmonton.

Siamo quindi nella regione dell'Alberta, Canada, al Jasper National Park, nel Mount Edith Cavell Chalet, "la casa dell'Orange Bread dal 1929 fino al 1976 quando lo chalet fu demolito".

Lo chalet sorgeva a 28 chilometri dalla città di Jasper, in cima ad un sentiero ventoso e dal panorama mozzafiato. Una stradina conduce dal parcheggio al tumulo in onore del martire della Prima Guerra Mondiale Edith Cavell, per proseguire lungo un canalone lungo il quale scorre un ruscello fino ad un ponte con una fantastica vista sul Ghiacciaio Angel e su attraverso prati alpini e oltre sul versante est della montagna.
Questo famoso Orange Bread veniva servito nella Sala da Tè dalla prima proprietaria dello chalet, tale Mrs. Slark. Gli ingredienti erano dosati per cottura ad un'altitudine bassa, al livello del mare. Ma siccome lo chalet era a circa a 1.600 mt il lievito in polvere venne considerevolmente ridotto.
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Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Mrs. Slark cedette la proprietà dello chalet. Il marito, Fred Slark,  , appassionato fotografo naturale ed escursionista, scomparve  tragicamente nell'estate del 1927 assieme alla guida svizzera durante un'escursione sul monte Redoubt (2.743 mt). I corpi non vennero mai ritrovati.
Nel dopoguerra rilevarono l'attività i coniugi Guiled: Anne e il marito Donald e con essa anche il manoscritto originale di questa ricetta dell'orange bread che contiunuò ad essere servito a tutti coloro che sostavano allo chalet, sia escursionisti, che turisti, che locali.

Mr e Mrs Guiled - Image from here
 Il turismo crebbe rapidamente da pochi visitatori durante gli anni 30 a moltitudini di turisti dopo la seconda guerra mondiale. Mr e Mrs Guiled sfornavano una dozzina di orange bread alla volta, e in alcuni giorni le infornate erano anche diverse, dalle 5 alle 7 di mattino e ripetevano anche alla sera fin dopo mezzanotte.
La signora Guiled era solita usare due vecchie tazze per misurare lo zucchero e la farina da grandi botti, mentre il signor Guiled aiutava mescolando l'impasto dentro enormi ciotole.
E furono proprio quelle due vecchie tazze la cosa che alla Signora Guiled dispiacque maggiormente vendere, quando fu costretta a cedere lo Chalet al governo federale.






Canadian Orange Bread

Ingredienti
per uno stampo da plum cake
250 g di farina 00
1 arancia grande
1 uovo grande
200 g di zucchero semolato
160 ml di latte intero
25 g di burro
1/2 bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale

Lavare l'arancia, pelarla con un pela patate evitando la parte bianca. Affettare sottilmente la scorza e porla in una padellina . Coprirla d'acqua e portare a bollore, unite 150 g di zucchero e fate sobbollire fino a che le scorze saranno morbide ed avrete ottenuto una marmellata chiara.
Fate raffreddare e tenete da parte.

Spremete l'arancia e raccoglietene il succo.

In una ciotola lavorate il burro morbido con un cucchiaio poi aggiungete il latte a temperatura ambiente, successivamente unite l'uovo precedentemente sbattuto ed amalgamate bene il tutto.
Unite a poco a poco la farina setacciata assieme al lievito e al sale in più riprese alternandoli alla spremuta d'arancia.
Per ultimo unite la marmellata di scorze e trasferite il composto nello stampo foderato con carta forno.
Lasciate riposare il composto 20 minuti poi infornate a forno già caldo a 180°C modalità statica e cuocete per circa 30-40 minuti.











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