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Le Club des Pirottines - Let's Pickle!


Ciao a tutti! Oggi niente ricetta, ma.. rapportino sulla mia prima serata del…  “Club des Pirottines”!! Che cos’è questo Club?
Sono un gruppo di persone, appassionate di cucina, che si riuniscono una volta al mese per imparare ricette nuove, metodi, segreti della cucina e del mondo che ruota intorno ad essa.
Di volta in volta vengono invitati professionisti del settore che accettano di condividere il loro sapere con le Pirottine.
Tutto ciò è possibile e abilmente organizzato dalle due menti del Club : la Bebe e la Simo, amministratrici rispettivamente dei blog “A Pranzo con Bea” e “A Spasso con Blue”.
Non solo! Bebe Naif Cucci è giornalista, lavora in radio a Radio Città del Capo, dove conduce una trasmissione dove si parla di cucina, locali, ristorazione etc. 
Simona Gavioli è gallerista, appassionata e studiosa di arte, titolare dello Spazio Blue in Via Gandino a Bologna,  vi invito a visitare il suo sito
Sono due ragazze solari, gentili e appassionate e trasmettono una gran voglia di fare! 
Il Club des Pirottines è, come lo definiscono loro, un “volontariato culinario”, infatti la partecipazione è gratuita (ci si iscrive tramite la loro pagina FB)  e la Bebe e la Simo non ci guadagnano niente, se non l’immensa soddisfazione di vedere la loro passione indirizzata verso un obiettivo comune, di condividere con altre persone piccoli e grandi temi legati alla cucina.



Lunedì 26 Marzo ho partecipato anche io, al mio primo “Club des Pirottines”.






La fantastica Pina Siotto, cuoca del Centro Natura di Bologna, è stata la Guest Chef della serata. 
Che dire di Pina? E' una persona eccezionale, disponibile e "vera". Oltre ad essere una cuoca sopraffina, of course!
Provate la sua eccellente cucina al Ristorante del Centro Natura in via degli Albari,6 in centro a Bologna.




La sua lezione sui pickles e sul nennere è stata interessantissima, ci ha spiegato passo passo tutto il procedimento, dal taglio delle verdure alla conservazione fino al consumo finale... insomma, una vera professionista!
E ci ha trasmesso tanta tanta passione e rispetto verso questi argomenti.
Grande Pina!



Ha preparato per noi dei buonissimi onigiri (palline di riso bollito insaporite con varie spezie, semi etc) e una fantastica salsina di tofu e capperi! 

Il tema principale erano le verdure in salamoia (in inglese pickles, dalla parola olandese pekel, una soluzione di  acqua e sale in alcuni casi speziata, per conservare ed insaporire il cibo) uno dei più antichi metodi di trasformazione e conservazione del cibo nella storia umana. 
Questo metodo di conservazione permette alle verdure di attivare la fermentazione durante la quale l'azione di enzimi e batteri trasforma lo zucchero presente nei cibi in acido lattico, il quale rinforza la flora intestinale e quindi favorisce il metabolismo e l'assimilazione dei cibi nel flusso sanguigno.
Secondo alcune scuole dietetiche, i benefici batteri forniti dalla fermentazione ricoprono una importante azione antibiotica in quanto inibiscono la riporduzione di microbi nocivi nell'intestino e facilitano l'assimilazione delle vitamine.
Oltre alle verdure si possono fermentare sotto sale anche alghe, frutta, pesce, semi di cereali, fagioli, funghi e perfino fiori.
La fermentazione può essere attivata, oltre che con il sale anche con il tamari o lo shoyu (due tipi di salsa di soia) con il miso, con la cruca di cereali, con il pane, con l'agro di umeboshi. 
Ci sono due tipi di fermentati che si differenziano per durata del periodo di maturazione e per varietà di metodi:
- i pickles leggeri e veloci: da due ore a due giorni fino ad una settimana di fermentazione
- i pickles forti o "invecchiati", da diverse settimane, mesi o addirittura anni.

Pina ci ha mostrato entrambi i procedimenti. 
Ha realizzato per noi dei cetrioli fermentati "veloci" in un paio d'ore che abbiamo potuto gustare a fine serata.
Ci ha mostrato il modo di tagliare le verdure, di sistemarle all'interno del vaso partendo da quelle più dure dal basso e finendo con quelle più tenere in alto, e le proporzioni di acqua bollita e sale che occorrono: 1 cucchiaio di sale grosso sciolto in 1 litro di acqua ad ebollizione.
Si fa poi raffreddare l'acqua e si versa nei vasetti fino a ricoprire le verdure completamente.
Si lascia il barattolo aperto, coperto solo da una garza - al buio per un paio di giorni. In questo tempo dovrebbero formarsi delle bollicine, segno che la fermentazione è iniziata. Se dovesse fuoriuscire dell'acqua rabboccare nuovamente.
Dopo i due giorni chiudere i barattoli con i coperchi e lasciare fermentare ancora una settimana prima di consumarli.
Si conservano in frigorifero per diverse settimane.
Io ho realizzato tre barattoli: uno con solo ravanelli e zenzero, uno con cipollotti e peperoncino, e uno misto con carote, cavolfiori e cipolla, insaporito anch'esso con zenzero.
Et voilà!
Carote, daikon, cavolo e cipolla
Ravanelli
Cipolle
 Nella stessa sera Pina ci ha parlato della storia e della produzione del Nennere, o “Giardini di Adone”: germogli di semi (grano, soia, lenticchie, ecc..) cresciuti in piccoli vasetti. Questa del Nennere è una tradizione antichissima della Sardegna (Su Nenniri) ma presente (con altri nomi) in molti paesi che affacciano sul Mediterraneo.
Pina ci ha raccontato una fantastica storia, legata all’origine del Nennere, che affonda le proprie radici, è proprio il caso di dirlo, nella mitologia: 

il mito di Adone ha inizio da una relazione incestuosa tra Mirra e suo padre Teia. Spinta da Afrodite, dea dell’amore, Mirra seduce suo padre con l’inganno, e nel buio della sua stanza consuma il loro incesto. Ma la luce di una lampada ad olio rivela l’identità di Mirra, e Teia, su tutte le furie, insegue la figlia con un coltello per ucciderla. Come accade in molti altri miti simili, nel corso della fuga interviene la divinità; in questo caso la stessa Afrodite trasforma Mirra nell’albero che porta il suo nome. Da una fenditura della corteccia nasce Adone, dio della vegetazione, così bello da causare gli interessi sia di Afrodite che di Persefone. Per proteggerlo infatti Afrodite lo chiuse in uno scrigno che affidò alla dea; ma Persefone, incantata dalla sua bellezza, non lo volle dare indietro. Con l’intervento di Zeus le due dee, l’una della fertilità primaverile, e l’altra del mondo sotterraneo, si mettono d’accordo in questo modo: Adone avrebbe passato quattro mesi dell’anno con Afrodite, quattro con Persefone, e altri quattro con chi lui preferiva. Tuttavia la scelta del giovane dio ricadeva sempre su Afrodite. Un anno, sul finire dell’estate, il giovane Adone uscito a caccia viene ucciso da un animale selvatico (un cinghiale, o un orso), secondo alcune versioni mandato da divinità gelose della sua bellezza. Afrodite piange sul corpo del suo amato Adone, ma la vita lo ha già abbandonato: dalle gocce del suo sangue nacque l’anemone. Il significato del mito è limpido. Adone è il dio della vegetazione, della natura rigogliosa che sboccia in primavera e muore a fine estate: come il seme, dovrà trascorrere lunghi mesi bui e freddi sottoterra, per poi rinascere al primo sole.

Il culto di Adone consisteva, in Grecia come in Asia Minore, nella rappresentazione rituale del mito di cui è protagonista. I sacerdoti mettevano in scena il suo matrimonio con la Dea Madre, che veniva accompagnato dalle celebrazioni della cittadinanza; in particolare erano le donne che erano molto legate al suo culto, ed erano loro le “interpreti” più importanti del rituale. Veniva quindi rappresentata la morte del dio, a cui seguivano i lamenti e i pianti delle donne:

un particolare tipo di rituale consisteva nella realizzazione dei “giardini di Adone”, vasi pieni di germogli di cereali e ortaggi che crescevano e appassivano molto velocemente, simboleggiando la vita del dio. Le donne piangevano la morte di Adone tenendo in mano i vasi di piante appassite; per permettere la sua resurrezione i vasi venivano quindi rovesciati nei fiumi e nelle sorgenti.

Fare “su Nenniri” è una tradizione molto diffusa un po’ in tutta la Sardegna, e in parole povere si può descrivere nella realizzazione di un vasetto di germogli, proprio come i giardini di Adone. Tradizionalmente, si utilizza il grano, misto a orzo e semi di lino; tuttavia al giorno d’oggi su Nenniri viene preparato con qualunque seme si abbia sottomano. Circa tre settimane prima della ricorrenza per cui lo si prepara, i semi vengono posti in un piccolo recipiente pieno di terra, che verrà innaffiato molto di frequente; questo viene poi conservato in un luogo buio, in modo tale che i germogli, privati della luce, crescano di un verde-giallo chiaro e molto brillante. Quando è pronto, su Nenniri viene utilizzato per vari scopi; a Cagliari assume un’importanza particolare per la Pasqua, quando, simbolo di una primavera ormai nel pieno delle forze, viene regalato a parenti e amici come buon augurio di serenità e fecondità (ormai perlopiù in senso finanziario, ma un tempo il significato era … un tantino più letterale). Su Nenniri ricevuto in dono si pone come centrotavola per il pranzo di Pasqua. Altrove, il grano veniva seminato a fine maggio per essere esposto per San Giovanni, e quindi raccolto per utilizzare i poteri magici che ha acquisito. Come Adone, nasce in primavera e muore al solstizio d’estate.



Ma in relazione al mito di Adone ha una importanza particolare il rituale che fino a poco tempo fa veniva eseguito a Samugheo, piccolo paese della provincia di Oristano. Il mito del dio viene rappresentato dalle giovani del paese, che celebrano prima il suo matrimonio con di una di loro, eletta prioressa, quindi piangono la sua morte, e infine festeggiano la sua resurrezione. Le ragazze di ogni rione del paese sceglievano una di loro per preparare su Nenniri in modo tale che questo potesse essere pronto per la festa dell’Assunta. La mattina del 15 su Nenniri viene adornato con stoffe preziose e carta colorata, e la sua realizzatrice diventa per così dire “capo cerimoniere”. Vestita del costume tradizionale da sposa, la fanciulla portava in giro per il paese su Nenniri, seguita da un corteo di compaesani, anch’essi in costume. Giunto il corteo presso un precipizio, su Nenniri veniva spogliato dei suoi ornamenti e rovesciato nell’abisso. A questo punto la “sposa” inizia i lamenti funebri, e con le sue amiche piange e intona “is frores de mortu”, i versi dedicati ai morti.
“Nennere meu ollu,
nontesta crocas solu,
ca non ch’est s’amorada,
nennere iscartinadu!”
“Coro, nennere meu,
nennere meu ollu!”
“Andada seo a s’ortu,
e a biere a casteddu,
ca est nennere mortu,
pranghide, fedigheddu!
Intrada seu a ortu,
a tirare arenada,
nennere meu ollu,
mancau est a s’amorada!”

Quella sera ho avuto il piacere di avere di fianco a me Beatrice Calia, esperta cuoca di cucina naturale e vegetariana nonché persona deliziosa (e Guest Chef del prossimo Club des Pirottines il 23 Aprile!!).
Assieme a Pina ci hanno spiegato che i semi appena germogliati (il germoglio è lungo poco più di 1 cm) mangiati crudi magari in mezzo ad un’insalata sono un vero toccasana: antitumorali, super energetici, pieni di vitamine.
Ecco i miei germogli di soia verde:

WOW! I primi germogli di grano cresciuti dalla produzione di quella sera erano buonissimi!
Ora ho avviato una mini produzione di germogli di soia verde e prossimamente passerò alle lenticchie!

Penso che sia importante, oltre che interessantissimo, imparare a cucinare in modo “alternativo” utilizzando piante ed erbe cercando di modificarle e “lavorarle” il meno possibile.
Il prossimo Club des Pirottines è previsto per il 23 Aprile, e la cuoca professionista invitata è proprio la Beatrice Calia, che sono sicura ci insegnerà tantissime cose interessanti! Non vedo l’ora!!

Bacioni!
Francy

13 commenti:

  1. Ciao Francy, sarò anche io al club il 23 aprile.. e sarà la mia prima volta! sono già emozionata...
    a presto

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  2. cara Francy, mi ha molto emozionata leggere questo tuo post. grazie sai? a proposito, sono ormai pickles addicted...quando arrivo attorno alle 7 di sera...scatta l'aperitivo, e ora so cosa mangiare! tutto merito della Pina:) ci vediamo presto, e anche con Arianna. baci

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  3. Grazie Francy!! E' stato un piacere averti tra le partecipanti alla serata sui "pickles" e "nennere". Il tuo sguardo curioso ed espressivo dice molto della tua voglia di saperne di più.... e lo confermi con questo resoconto della serata, ampliato di informazioni sul "nennere"!! Un abbraccio cara, a presto:-) Pina

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  4. Mi sono immersa in questo tuo lungo post, carico di cose interessantissime,quasi immedesimandomi.Mi piace molto l'iniziativa di Bologna come mi è molto piaciuta la storia del Nennere.
    Un abbraccio forte,a presto.

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    Risposte
    1. Anche a me è piaciuta molto la storia del Nennere, Pina ci ha affascinate tutte!

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  5. E' un'iniziativa molto carina, che riunisce persone con la stessa passione! Complimenti a tutti i partecipanti!

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  6. Che bella iniziativa!!!!!meraviglioso frequentare persone che hanno la tua stessa passione, complimenti a te e a voi tutte!!!

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    1. Grazie Yrma! il Club è veramente un bel momento di condivisione!!!

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  7. ciao Francy!!! è tanto che non ci sentiamo!!come stai?? Bellissimo post!! ma si svolge a Bologna questo incontro?

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