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16 marzo 2013

Raschiatelli e ferrazzuoli al Club des Pirottines!


Martedì 26 Febbraio (sì, lo so, sono in stra-ritardo!) ho partecipato ad un’altro incontro del Club des Pirottines, appuntamento mensile ormai irrinunciabile per me, un momento fatto di condivisione, apprendimento e scambio di nozioni culinarie.  Ma non solo. 
Ormai, dopo tanti incontri (il club è nato nel Dicembre 2011, io ho partecipato la prima volta in Marzo 2012)  mi sono affezionata a questo gruppo di ragazze e di ragazzi indisciplinati, chiaccheroni, appassionati, simpaticissimi.
Non ci si riesce ad incontrare spesso anche in altri momenti (anche se su FB siamo sempre in contatto) ma una volta al mese corriamo tutti lì, per essere pirottine/i, e l’intesa e l’atmosfera perfetta si ricreano.
Ogni volta trovo il modo di conoscere meglio qualcuno, di scambiare due chiacchere in più, e  sento che il gruppo si sta diventando sempre più unito, forse anche perché ultimamente abbiamo condiviso un momento di gioia ma anche un momento di dolore.
La grande gioia ce l’ha data una delle due fondatrici del gruppo, Simona Gavioli, esperta d’arte, blogger e padrona di casa perfetta, con la notizia del suo imminente matrimonio. Abbiamo brindato e festeggiato con lei proprio in occasione della serata del Club.
Il grande dolore è venuto dalla notizia della morte improvvisa di una Pirottina, Carmela Burgo ed anche in questo triste momento ci siamo strette tutte nel suo ricordo.
Benedetta Cucci, l’altra fondatrice del Club, le ha dedicato un ricordo sulla pagina Facebook del Club. Porteremo sempre con noi il suo ricordo.


Tornando alla serata, la location non è stata quella solita della casa/galleria di Simona a Spazio Blue.
Siamo state ospitate (per la seconda volta) a Cà Shin a parco Cavaioni sulle colline bolognesi. Un luogo poliedrico: ristorante, laboratorio, luogo d’incontro dove vengono organizzati  eventi di vario tipo dalle camminate per riscoprire il contatto con la natura alla cura dell’orto biodinamico, ai corsi di yoga e altre pratiche per ritrovare benessere del corpo e della mente. 

Lo Chef della serata è stato Mario Ferrara del ristorante Scacco Matto di Bologna.
Mario ci ha insegnato come realizzare (e condire) due paste tipiche del sud e nello specifico della Basilicata da dove viene Mario: i raschiatelli e i ferrazzuoli, questi ultimi chiamati anche maccarune à cannacella o maccarune c'ù fierr a seconda dell'attrezzo utilizzato per tirarli (appunto cannicella o ferretto).
E dopo un gustoso aperitivo ci siamo messi all'opera.
La partenza è ovviamente l'impasto, che in questo caso è dato solo dalla semola di grano duro e dall'acqua, come usa al sud.

Per i raschiatelli su 1 kg di farina occorrono circa 530 gr d'acqua.
Per i ferrazzuoli su 1 kg di farna occorrono circa 490-500 gr d'acqua, per ottenere un'impasto più duro che sarà ottimale per tirare questo tipo di formato.





Noi abbiamo dimezzato le dosi, quindi:


Raschiatelli
(dosi per circa 5 persone)
500 gr di semola
270 gr di acqua


Ferrazzuoli o Maccaruni
(dosi per circa 5 persone)
500 gr di semola
250 gr di acqua


In entrambi i casi è necessario far riposare la pasta per una mezz'ora avvolta in un canovaccio umido.

Per realizzare i raschiatelli si prende la palla di pasta riposata, si tagliano prima alcune strisce da cui si ricavano dei pezzetti più piccoli da tirare con le mani formando dei cordoncini che verranno tagliati a tocchettini.




Da questi tocchettini si ricaveranno i raschiatelli, unendo il dito indice e il medio portandoli alla stessa altezza e appoggiando la punta delle dita sul tagliere in prossimità del pezzetto di pasta lo si "raschia"verso di sè. In questo modo il pezzetto di pasta si arriccerà e diventerà sottile. Volendo si possono usare anche tre dita (indice, medio e anulare) se i tocchetti sono più lunghi. Dopo aver preso un pò la mano e per velocizzare il procedimento, si possono usare anche tutte e due le mani contemporaneamente. 





Per realizzare i ferrazzuoli abbiamo usato degli spiedini di legno al posto del tipico ferretto.
La partenza è la stessa dei raschiatelli, ma i tocchetti da tagliare devono essere più lunghi circa 10 cm.
Si mette poi lo spiedino sopra alla pasta e si tira come fosse un mattarello. Poi delicatamente si sfila e si ottiene il ferrazzuolo o maccarone.























Tutte insieme abbiamo prodotto una bella quantità di pasta che poi Mario ha cucinato con vari condimenti:
Raschiatelli con cime di rapa e acciughe

si cuociono le foglie esterne delle cime di rapa in acqua bollente salata e si frullano. Le parti più tenere si cuociono direttamente con la pasta. 

Ferrazzuoli con mollica di pane e paprika
Un condimento tanto semplice quanto delizioso. Si fa tostare la mollica di pane (preferibilmente pugliese e raffermo) in padella, si aggiunge la paprika per dare al piatto un effetto cromatico e gustativo unico! A piacere si unisce una grattugiata di rafano.

GNAM!
Alla prossima pirottinata!!


21 commenti:

  1. Mentre leggevo delle due notizie così opposte mi è ritornata alla mente una frase della Sequenza di Pasqua "Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello"
    E quando noi assistiamo a questi scenari rimaniamo sempre senza parole, perché, soprattutto qui, in questa dimensione virtuale, vediamo sempre tutto così luccicante e tranquillo, dove si racconta di progressi, di vittorie, di gratificazioni. Ma poi quando devi fare i conti con la finitudine umana.........solo silenzio.

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    1. Hai proprio ragione cara Antonietta, davanti alla morte solo silenzo, è l'unica cosa. un abbraccio

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  2. Questi due formati sono molto accattivanti, chissà come raccolgono bene i sughi....quelli con il ferretto vengono fatti anche qua da me (Piacenza) però con la farina 00, baci e grazie!

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    1. In effetti sono due formati speciali per il sugo! sarei curiosa di contare e classificare tutti i tipi di pasta fresca che esistono nella tradizione italiana.. credo che non si finirebbe mai!!!

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  3. ho sempre pensato che preparare questa pasta sia un lavoraccio e mi ha sempre affascinato, sei stata bravissima
    un bacione

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    1. più che un lavoraccio ci vuole un pò di tempo. per fare i raschiatelli da 250 gr di farina per una neofita come me c'è voluta più di un'ora e mezza. ma fra una chiacchera e l'altra è stato molto piacevole!

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  4. ma quanto sei stata brava, io non saprei neppure da dove iniziare.......

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    1. non lo sapevo neppure io, veramente! poi grazie a Mario e alla sua pazienza son riuscita, basta iniziare!!

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  5. Che sogno.... con lo stesso chef ho fatto un corso pure io, piatti semplici ma che grazie agli ottimi ingredienti si trasformano in magia.
    Mi spiace per il vostro dolore, ma come nello sport che si gioca in nome dell'atleta scomparso, voi avete giustamente cucinato nella sua memoria!
    Una abbraccio grande, Sara

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    1. allora la prossima volta devi venire pure tu!! ci conto eh?

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  6. Non conoscevo questi tipi di pasta, mi piacciono molto, come tutte le paste del sud. I raschiatelli assomigliano molto ai cavatelli(che ogni tanto preparo) che forse sono un po' più corti, ma il procedimento è lo stesso.
    Ciao cara, bellissima esperienza!

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  7. @Mari : in effetti sono proprio loro, in alcune zone sono chiamati cavatelli! anche io adoro le paste del sud, delle tue parti soprattutto!!

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  8. Uhh ma deve essere tta una bellissima esperienza!
    hanno un'aria invitantissima!

    ciao!

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  9. Mi dispiace che una bella notizia sia stata subito controbolanciata da una notizia triste e dolorosa. La morte di qualcuno mi scatena sempre una valanga di pensieri e riflessioni ed è come se mi riportasse con i piedi per terra. Perché a volte ho l’impressione di vivere come chiusa in un limbo!
    Ci vuole una gran bella pazienza con questi formati di pasta ma che soddisfazione poi arrivare a gustarsi quei piatti :) Di sicuro è un piacevolissimo modo per alleggerire la mente e scaricare lo stress. Un bacione, buona settimana

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  10. Ti sei data alla pasta meridionale eh? Meravigliosi questi raschiatelli! Io adoro le lezioni di cucina dove si può condividere e ciarlare allegramente con amiche di passione.
    Volevo ringraziarti per il tuo bellissimo commento sulla Fideuà. Sei sempre adorabile.
    Ti abbraccio forte forte, Pat

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  11. mi piace un sacco questo club delle pirottine! mi dispiace molto per la brutta notizia, purtroppo sono cose che capitano, l'importante è rimanere uniti e andare avanti :) bellissime anche le ricette e complimentoni per il blog.. mi aggiungo subito ai tuoi lettori!
    un abbraccio

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  12. cara Francy, bello bello questo post. un bacio

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  13. Bellissimo post Francesca, proprio bello. Conoscevo bene Carmela, tante volte ho avuto il piacere di gustare le sue specialità siciliane e suo marito era stato collega del mio compagno. Siamo ancora scombussolati.
    Bella la vostra iniziativa, averlo saputo avrei partecipato volentieri.
    La pasta la Oglio proprio provare..ultimamente mi sto divertendo molto a pasticciare con la farina.
    Un caro saluto.
    Sabrina

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  14. Rasckatelli, mia madre ne era maestra, purtroppo fu cattiva insegnante e la sua arte s'è persa con lei. Proveniva dal sud della Basilicata, precisamente era di "quel paese", quale? domanda a Ferrara quale sia. Li faceva in modo diverso, usava la parte laterale dell'indice ed assumevano una forma indescrivibile, cava da una parte per contenere il sugo e rugosa dall'altra perchè questo non scivolasse via. Faceva anche i maccheroni con il ferretto, aggiungendo su mezzo kg di semola rimacinata due uova, questi erano considerati la pasta della domenica e delle festività in generale. Questi mia moglie, tarantina, li fa ed anche piuttosto bene. Vienimi a trovare il mio blog che si chiama Sud Italia in Cucina ha questo indirizzo http://cucinasuditalia.blogspot.it/

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  15. Dimenticavo, ho anche una pagina in FB con lo stesso nome del blog, l'indirizzo è https://www.facebook.com/Sud.Italia.in.Cucina
    In questo momento qui sto parlando di Cozze, sta arrivando la loro stagione, vanto oltre una ventina di loro ricette pubblicate

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