Le raviòle dël plin sono un tipo di pasta
fresca ripiena tipica della zona piemontese delle Langhe e prendono il nome dal pizzicotto che si dà alla pasta, il plin appunto, nel dialetto piemontese.
Elisa,
nel suo bellissimo post, ci ha raccontato molto di questa ricetta e della tradizione
a cui è legata.
Le raviòle si possono preparare sia con
un ripieno cosiddetto “di magro” (erbe, verdure ed anche formaggio o riso)
oppure “di grasso” (principalmente
carne): ad ogni modo, come spesso capitava una volta, il ripieno si può preparare con quel che c'è o quel che è avanzato, senza sprecare nulla.
E fin qui i dati “tecnici”.
Ma la cucina e di conseguenza le ricette,
soprattutto quelle della tradizione come questa, spesso hanno a che fare soprattutto
con le emozioni, le sensazioni e i ricordi.
Tutti elementi intangibili ma ugualmente
preziosissimi per dare alla ricetta un
valore aggiunto, una marcia in più che non sia solo il risultato di una mera
preparazione con ingredienti più o meno azzeccati, più o meno locali o di
eccellenza, ma l’espressione di qualcosa che si prova dentro e che si vuol
trasmettere agli altri attraverso il cibo.
Le raviole del plin sono una delle
tantissime ricette tradizionali di pasta ripiena che rallegrano le tavolate di
mezz’Italia, del Nord soprattutto e si prestano molto bene ad essere
reinterpretate attraverso gli ingredienti che si scelgono per il ripieno, l’elemento
più importante di questa preparazione che col condimento deve legarsi in un
abbraccio di sapori armoniosi.
Io ho voluto utilizzare ingredienti della
mia regione, cercando di rispettare i tratti caratteristici del piatto: in
questo caso si parla di territorio con ingredienti dell’orto o dell’aia tutti
con il comun denominatore della genuinità e del km 0 (ovvero dei prodotti
locali o addirittura coltivati nell’orto sotto casa).
Per questa versione “di grasso” sono
andata a pescare fra i miei ricordi di bambina, di quando mia madre nei
giorni di festa preparava la faraona, che qui a Bologna è una mezza istituzione.
La faraona non è un “pollo” come dicono i
miei figli, e nemmeno una gallina comune. E' sì chiamata anche "gallina faraona",
ma l'aspetto, l'origine e soprattutto il sapore delle sue carni non ha niente a
che vedere con la gallina "comune". Lei (la farona) me la vedo più come
la regina dell'aia, sempre "un poco nervosa, proprio come una diva" (cit.Vasco Rossi) .
Grazie alla sua pelle particolarmente
grassa, si presta bene alle cotture al forno prolungate.
Cuocerla con un mix di erbe e del vino
bianco è “la morte sua”, ovvero il modo migliore per esaltarne il sapore.
Ingredienti
(per 4 persone)
per la pasta:
200 g di farina di grano tenero 0
1 uovo grande
2 tuorli d'uovo grandi
Per la faraona alle erbe:
1 faraona di circa 600 g pulita e tagliata a pezzi
2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
Per la marinata:
3 rametti di rosmarino
qualche rametto di timo fresco
3-4 foglie di salvia
3-4 foglie di alloro
3-4 foglie di alloro
2 spicchi d'aglio schiacciati
250 ml di vino bianco
1 bicchierino di Marsala
pepe al mulinello q.b.
Per il ripieno:
150 g di carne di faraona cotta come da ricetta
1 rametto di rosmarino fresco finemente tritato
2-3 foglie di salvia finemente tritate
80 ml panna fresca liquida
30 g Parmigiano Reggiano
un pizzico di sale
Per il condimento:
fondo di cottura della faraona
2 cucchiai della marinata
1 noce di burro
Parmigiano Reggiano q.b.
Per prima cosa preparare la faraona al forno.
Sciacquare i pezzi di faraona e metterli in una ciotola capiente con gli ingredienti della marinata e lasciarla riposare coperta almeno un paio d'ore in frigo.
Trascorso questo tempo togliere i pezzi di faraona ed adagiarli in una teglia da forno leggermente unta con un pò d'olio extravergine.
Togliere le erbe e gli odori e filtrare la marinata. (io ho tenuto i rametti di rosmarino in cottura)
Cuocere in forno pre-riscaldato a 160°C ventilato per circa 1 ora bagnando di tanto in tanto con la marinata.
Tenetene da parte almeno un paio di cucchiai.
A fine cottura togliete dal forno e lasciate raffreddare.
Togliete la pelle e ricavate circa 150 g di carne e frullatela con le erbe tritate, la panna, il Parmigiano regolando di sale.
Disponete piccole palline di ripieno (grandi circa come una nocciola) lungo questi rettangoli,
Chiudete ripiegando una delle estremità e sigillate bene premendo con le dita.
Chiudete ripiegando una delle estremità e sigillate bene premendo con le dita.
Premete leggermente per far uscire tutta l'aria e "pizzicate" stringendo bene negli spazi fra una pallina di ripieno e l'altra.
Tagliate con una rotella in corrispondenza degli spazi partendo dal lato opposto della chiusura.
Le raviòle dël plin devono essere piccoline, massimo 2 cm!
Riempite d'acqua una pentola capiente e portate a bollore. Unite una manciata di sale grosso ed immergete le raviole.
Nel frattempo preparate il condimento facendo sciogliere in una larga padella una noce di burro, aggiungete il fondo di cottura della faraona, quando inizia a sfrigolare sfumate con la marinata mescolando per amalgamare bene.
Quando le raviole saranno venute tutte a galla scolatele delicatamente con una ramina e ponetele nella padella del condimento con un poco di acqua di cottura, fate insaporire Spegnete il fuoco e aggiungete una generosa manciata di Parmigiano Reggiano.
Con questa ricetta partecipo all'MTC di Settembre
che plin, che ravioli, guarda dopo avere visto questa ricetta tua spero vivamente che vinca tu ...gran piatto bel piatto ragazza mia :p
RispondiEliminaio spero proprio di no invece :-) grazie Francy un bacione!!
EliminaUn ripieno fantastico e poi le hai fatte perfettissime !
RispondiEliminabaci e buon we
Alice
Grazie Alice! un bacione!
EliminaGiuro: dopo avere visto il tuo ennesimo disegno esplicativo.... sto ancora ridendo!
RispondiEliminaMentre mi sto asciugando la bava per il ripieno ... mi sa che la prima faraona che incontrerò finirà al forno come da tua ricetta.
Grazie
Nora
la faraona, da vera diva, necessita anche di una buona dose di complimenti, di riverenze e di seguaci servili. Se le fai fare pure un red carpet, in cottura darà il meglio di sè :-)
EliminaSucculento piatto! Da svenimento, Francy!!!
RispondiEliminaUn caro saluto e buon fine settimana!
Grazie Maria Grazia! ehm..scusa la rima :-) buon weekend anche a te!
Eliminaaltra versione da cappottarsi..... santo cielo so già che me le sogno stanotte!
RispondiEliminalo dirò alla faraona, le farà un piacere immenso! grazie!!
EliminaFrancy, già l'altra versione di maveva colpita, ma questa che dalle Langhe ti fa correre verso i tuoi ricordi e verso Bologna, mi piace ancor di più, perché suscita quelle emozioni tipiche di questo piatto, che tocca le corde del cuore :)
RispondiEliminaGrazie anche per questa versione!
p.s. il disegno è stupendoooo!! Rido come una matta! :D
p.p.s. anche la canzone...hihhi!
meglio faraona che strega, mettiamola così ;-)
RispondiEliminaSenti, fanciulla: ma farai mica sul serio? ;-) più delle altre volte, intendo... no, perchè questo è un signor plin, con una preparazione "all'antica", da intendersi nel senso più nobile del termine. Materie prime, tempo, pazienza, grande cura nella preparazione, precisione nella sfoglia, tirata allo spessore con cui la tiravano le nostre nonne- e quel sapore pieno, da piatto della festa... insomma, te lo ripeto: ma farai mica sul serio???? ti perdono pure la canzone va là... :-) ps mio marito ti adora, solo per quello...
ps la canzone è La Strega, sia chiaro. sul Langarola vagabonda, rido come una matta. specie se la associo al disegno :-)
RispondiEliminaMa vorrai mica vincere? Bravissima! Questi plin sono perfetti e il post è magnifico :)
RispondiEliminaVengo a trovarti sotto suggerimento di Sara Stefani! Se riusciamo facciamo una cena tra due settimane qui a Bologna! Mi ha detto che sei tropo forte! Io scopro solo ora il tuo blog, ma questi ravioli sono super e i tuoi disegni anche!! Baci!
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